Asia


Dal nord dell'India a Singapore, dallo Sri Lanka alla Malaysia, dalla Thailandia alle Filippine, praticamente in tutto il continente asiatico ci sono fabbriche di birra sparse ovunque. Pertanto esiste un'ampia varietà di tradizioni, anche se lo sviluppo del relativo mercato è influenzato da normative spesso molto diverse. Si passa da nazioni con leggi alquanto permissive ad altre, come l'India, in cui il consumo è vincolato da precetti rigidissimi, senza contare i Paesi musulmani, in cui la vendita di alcolici è bandita. Riguardo alle tipologie, l'influenza europea si rivela marcata a causa del passato coloniale sofferto dalla maggior parte del continente. Così in India le ale, le stout scure e le pale ale di stampo britannico sono ancora le più apprezzate. Ma le lager bionde asiatiche stanno prendendosi la rivincita proprio in Occidente, proposte come bevande ideali per accompagnare i piatti della cucina orientale. C'è poi il gigante Cina che, secondo il parere unanime degli esperti, si appresta a diventare il maggiore consumatore mondiale di birra. La tradizione birraria giapponese risale al 1853, e attualmente il mercato nazionale è monopolizzato dai gruppi Kirin, Asahi, Sapporo e Suntory, ma non mancano stabilimenti indipendenti e birrerie che propongono una produzione propria. Il Giappone è
oggi l'unica nazione ad avere più di cento tipi diversi di forme di bottiglie, lattine e fusti. Le tipologie più apprezzate comprendono diverse varietà di pilsner, lager chiare e scure e qualche stout, fra cui la Kirin Stout.