Africa e Oceania


Nell'Africa subequatoriale da secoli vengono abitualmente consumate numerose varietà di birra realizzate facendo fermentare spontaneamente mais, miglio e sorgo. Si tratta di bevande artigianali, di colore scuro, lavorate in genere dalle donne e reperibili piuttosto facilmente nei mercati allestiti in occasione di celebrazioni di una certa importanza. La produzione su scala industriale, invece, risale al periodo della dominazione coloniale, quando Inglesi, Olandesi, Tedeschi e Francesi favorirono la nascita e lo sviluppo di una serie di piccole manifatture. Attualmente la tipologia birraria più diffusa nel Continente Nero è quella delle lager, grazie alla quale si è affermato il maggior produttore continentale, la South African Breweries. Nell'emisfero australe le tradizioni alimentari di stampo anglosassone, dovute alla passata presenza coloniale inglese, ben si accompagnano alla birra. Anche se il relativo mercato è sparti-. _ to quasi equamente tra due grandi gruppi, uno australiano (Fo-185 ster's) e l'altro neozelandese (Lion Nathan), nella vastità dell'Oceano Pacifico è possibile trovare altre piccole fabbriche con produzione di birre apprezzabilissime (è il caso, ad esempio, della South Pacific di Papua Nuova Guinea). Attualmente la tipologia che riscuote maggior successo è la lager, che ha ormai soppiantato ale e stout.